AUTORE
Vittorio Solimene
TITOLO DEL DISCO
«Alexithymia»
ETICHETTA
Wow
In greco, alexithymia significa «mancanza di parole per esprimere emozioni», una difficoltà con cui ci confrontiamo spesso e che può avere anche degli aspetti patologici, configurando una sorta di analfabetismo emotivo. Da sempre una delle missioni più preziose della musica è proprio quella di provare a evocare le sensazioni che sono inesprimibili verbalmente, e il musicista svolge in questo senso quasi una funzione maieutica. Vittorio Solimene, pianista e compositore napoletano d’origi[1]ne ma romano d’azione, mette questo concetto al centro del suo secondo disco, non tanto come principio astratto ma piuttosto come «motore» che ha generato le nove tracce che ascoltiamo, registrate a febbraio di quest’anno. Questa origine strettamente emotiva, più volte rivendicata dall’autore, condiziona lo spettro sonoro e la resa musicale di «Alexithymia», che oscilla tra spunti cameristici e una più decisa presa di coscienza jazzistica, afflato lirico e tensione dinamica, scrittura e improvvisa[1]zione. Si fa fatica a cogliere una radice fondante, un’ispirazione univoca, un punto di equilibrio, anche se questo non è certo un difetto. Le nove composizioni ribadiscono con costanza le piccole cellule melodiche da cui scaturiscono, che spesso ritornano a inframmezzare gli assoli o a far da contrappunto al solista stesso, quasi a voler ricordare o focalizzare al meglio lo spunto emotivo di partenza a cui si accennava sopra. Alcuni pezzi più brevi sono quasi completamente scritti, altri (Invisible Walls, Roots And Wings, First Time, Last Time) lasciano spazio agli assolo e al gioco prolungato dell’interplay, come se fossero in fuga da una gabbia troppo stretta. Riusciamo così ad apprezzare la fecondità degli scambi tra Solimene e il sax alto di Simoni: quest’ultimo, in parti[1]colare, offre un prova di grandqualità. Le sequenze dei loro interventi procedono arricchendosi via via di varietà timbrica e dinamica, potendo contare anche su un’efficace alternanza dei ruoli. È però soprattutto Simoni a «stropicciare» la regolarità dei pezzi con il suo piglio inquieto, instabile e sulfureo. Dal canto loro Bintzios e Santoleri aggiungono, oltre al sostegno ritmico, una nota più cupa e misteriosa, come negli attacchi di The Old Man in Estella e Stronger Than Reality. L’impressione finale è quella di un quartetto di grande interesse, con ampi spazi di approfondimento e di crescita.
Cozzi
recensione pubblicata sul numero di dicembre 2023 della rivista Musica Jazz
DISTRIBUTORE
wowrecordslabel. wixsite.com/website
FORMAZIONE
Lorenzo Simoni (alto), Vittorio Solimene (p.), Alessandro Bintzios (cb.), Michele Santoleri (batt.).
DATA REGISTRAZIONE
Civitavecchia, 16 e 17-2-23.