AUTORE
Sam Rivers
TITOLO DEL DISCO
«The Quest»
ETICHETTA
Red Records
Il 12 e 13 marzo 1976 sono date epiche nella mitologia di Sam Rivers, musicista che epico e mitico era davvero, dopo la sua rivelazione a Montreux 1973. Lo speaker del festival, del resto, era stato chiaro: «Chi non conoscesse ancora Sam Rivers [per la prima volta in Europa alla te[1]sta di un gruppo proprio, nda] sta per avere stasera una grande sorpresa». Detto fatto: il relativo lp, «Streams», uscito a seguire su Impulse!, impose il polistrumentista di El Reno come una delle figure-cardine del nuovo jazz, nel suo caso ancor più consistente per la capacità di sintesi di tutta una storia che, pur nella grammatica dell’avanguardia, Rivers proponeva. All’epoca il Nostro aveva del resto già cinquant’anni (per decenni si è ritenuto che fosse del 1930, causa un errore presente in un articolo che evidentemente aveva fatto testo, mentre era del 1923, il 25 settembre per la precisione) e dal 1970 era addirittura nonno, ma la carica dirompente della sua musica, la sua palpabile autenticità di tratto e ispirazione, con quelle lunghe cavalcate le cui suture coincidevano unicamente col passaggio dall’uno all’altro dei suoi quattro strumenti (ma in passato aveva suonato anche viola, in cui era diplomato, oboe e clarinetto basso) non poteva lasciare indifferenti, né i nuovi adepti del jazz né i critici più rodati. E in tutto ciò quei due giorni del 1976 meritano il circoletto rosso, perché col suo nuovo trio dapprima Rivers si chiuse allo Studio 7 di Milano per incidere l’album oggi opportunamente riedito in cd, e la se[1]ra successiva tenne al festival di Bergamo un concerto che nella memoria di chi c’era (compreso il sottoscritto) resta incancellabile. Tanto che quando mesi dopo la Red Records pubblicò «The Quest» (ovviamente in vinile) ci permettemmo pure il lusso di rimanerne lievemente delusi. Perché Rivers era comunque un musicista da palco; perché la sua musica tra i quattro muri di uno studio appariva in qualche modo (co)stretta, compressa; perché le quattro sezioni del disco (nell’ordine a soprano, flauto, piano e tenore) duravano solo 36 minutini (come pure l’odierno cd), con la prima e l’ultima che non raggiugevano i sette. Insomma: quel pur prezioso documento non ci bastava, non ci restituiva ciò che avevamo vissuto in quel di Bergamo. Riascoltati oggi, quei 36 minutini ci fanno tutt’altra impressione, quella di un momento comunque magico, ispiratissimo (nello specifico quasi cameristico, rispetto a certi furori live), un’istantanea che per fortuna quel disco – questo disco – ci tramanda. Benedetta ristampa, dunque, capace di farci rappacificare col nostro passato!
Bazzurro
pubblicata sul numero di settembre 2023 di Musica Jazz
DISTRIBUTORE
IRD
FORMAZIONE
Sam Rivers (sop., ten., fl., p.), Dave Holland (cb.), Barry Altschul (batt.).
DATA REGISTRAZIONE
Milano, 12-3-76.