AUTORE
Mark Solborg
TITOLO DEL DISCO
«Babel»
ETICHETTA
ILK
Avevamo già molto apprezzato il lavoro di Solborg nel trio con Francesco Bigoni ed Emanuele Maniscalco (da ultimo, in occasione della recensione del loro terzo ed eccellente album, «Canto», del 2022) e troviamo ora l’occasione per la piena conferma di questa positiva valutazione con l’uscita del suo nuovo disco, il cui progetto nasce grazie a una commissione della KoncertKirken di Copenaghen (e dell’Organ Sound Art Festival). Il concept sottostante, che il musicista evidentemente sente in modo particolare anche in ragione delle proprie origini multiculturali (è danese, ma di origini argentine), è quello del mito della Torre di Babele e di come la diversità possa far germogliare una più ricca visione delle cose e del mondo, non determinando necessariamente discordia. Perciò la musica viene immaginata come conversazione, rimanendo anche un veicolo di scambio inter-culturale (sarebbe interessante, in un momento di rinnovata popolarità della figura di Leonard Bernstein, ricollegare tali riflessioni alla teoria sviluppata dal grande compositore, a partire da quella della monogenesi, in termini di «principio di universalità» linguistico). Il contesto in cui si muovono le composizioni di Solborg è sempre cameristico, e ciò è vero anche per quest’opera che, inoltre, rappresenta in qualche modo anche lo sviluppo del suo progetto denominato TUNGEMÅL (il significato della parola è proprio quello di «idioma» o «linguaggio»), che è, insieme, una piattaforma di ricerca e un trittico musicale succedutosi a partire dal 2020. L’equilibrio che il chitarrista ha saputo raggiungere nel proprio lavoro oltrepassa i generi e la sua ricerca sul suono può dirsi «ambientale», sia nel senso di non poter prescindere da una dimensione di spazialità puramente acustica, sia nel senso di creare un vero e proprio habitat di ascolto, nel quale si sviluppano anche quegli spunti conversativi di cui si diceva prima. Solborg è inoltre un musicista (e un chitarrista) «di struttura», che procede nelle proprie costruzioni – sempre ricercate e ricche di dettagli, umori e sensazioni -, con un andamento tanto discreto quanto inesorabile nell’approdo finale a una forma. Disco finissimo e cesellato, la cui filigrana brumosa rivela un’inusitata ricchezza di particolari, sempre vitali. Consigliatissimo.
Cerini
recensione pubblicata sul numero di febbraio 2024 della rivista Musica Jazz
DISTRIBUTORE
ilkmusic.com
FORMAZIONE
Susana Santos Silva (tr., nastri), Francesco Bigoni (cl., nastri), Anders Banke (cl., cl. basso, fl., nastri), Mark Solborg (chit. el., elettr.), Simon Toldam (p., tast., nastri); Peter Bruun (batt., perc., nastri).
DATA REGISTRAZIONE
Loc. e data scon.