AUTORE
Enrico Rava
TITOLO DEL DISCO
«Fearless Five»
ETICHETTA
Parco della Musica Records
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Torna l’eterno ragazzo del jazz, che qui schiera un gruppo di giovani leoni della nuova scena made in Italy. Messi insieme, Enrico Rava e soci diventano i Fearless Five, i cinque senza paura, nome sia della formazione sia dell’album di esordio (ma curiosamente nella scaletta manca il brano omonimo, registrato per la prima volta nel disco ECM del 1978 «Enrico Rava Quartet»). Preceduto da un rodaggio a base di concerti tenuti tra il nostro Paese e l’estero, il disco è un’efficace istantanea di ciò che il quintetto è in grado di combinare live: «Con loro» ha ammesso il trombettista e flicornista di origine triestina, «mi sento come su un’isola ideale, dove ognuno dà e riceve quello di cui ha bisogno. C’è grandissima libertà ma c’è pure rispetto reciproco: ciascuno è in ascolto dell’altro, come in una democrazia perfetta che solo il jazz è in grado di rappresentare». Ma, al di là delle dichiarazioni, è la musica a parlare. E quella che si ascolta qui è di livello. Del resto ogni volta che c’è una chitarra elettrica di mezzo Rava dà il meglio. Svincolato dal centro tonale del pianoforte, si prende più rischi e dilata gli spazi della musica. Basti pensare al suo esordio da leader nel lontano 1972 «Il giro del giorno in 80 mondi» e a una coppia di lavori ECM di metà anni Settanta, «The Pilgrim and the Stars» e «The Plot», entrambi con il compianto John Abercrombie. Ma sono soltanto alcuni esempi tra i tanti nella sterminata discografia di Enrico. In «Fearless Five» è determinante la presenza della sei corde di Francesco Diodati, da un decennio fedele collaboratore del suo mentore, autentico pilastro della situazione: ascoltate quanti spunti mette in pista nel corso dei sette minuti e quarantasei secondi di The Trial, cavallo di battaglia del trombettista sin dalla prima registrazione (in «Rava Noir», anno di grazia 1996, se la memoria non ci inganna). Sempre da quella seduta proviene l’onirica Amnesia, dove la tromba esce momentaneamente di scena (per poi rientrare nella successiva Bell Flower evocando la stessa melodia), sostituita dalla voce della batterista Evita Polidoro altra figura-chiave nell’economia della band. Tutte le composizioni sono di Rava. E i brani estesi e dinamici in cui l’improvvisazione la fa da padrona (Lavori casalinghi, Spider Blues, Cornettology) si alternano a brevi ballad, la cui durata supera di poco i due minuti (Lady Orlando, Fragile). Degno finale del disco è Le solite cose, con il tema esposto all’unisono dal leader e dal trombone del bravo Matteo Paggi, ultima scoperta di Rava.
Ivo Franchi
DISTRIBUTORE
Egea
FORMAZIONE
Enrico Rava (tr., flic.), Matteo Paggi (trne.), Francesco Diodati (chit.), Francesco Ponticelli (cb.), Evita Polidoro (batt.).
DATA REGISTRAZIONE
Roma, 23 e 24-2-2024.