L’Eternal Triangle di Trevor Watts conclude la propria tournée italiana con un intenso concerto al Caffè Soho di Milano

È andato in scena lunedì 17 febbraio l’ultimo concerto del breve tour che ha riportato in Italia dopo molto tempo lo storico sassofonista britannico Trevor Watts

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È andato in scena lunedì 17 febbraio l’ultimo concerto del breve tour che ha riportato in Italia dopo molto tempo lo storico sassofonista britannico Trevor Watts. Dopo Piacenza, Bologna e Forlì, l’Eternal Triangle ha fatto tappa presso il bar gestito con passione da Alberto Nebbiolini, che ha affidato la direzione artistica al fotografo Stefano Galvani. Si trattava di un concerto speciale, inizialmente non incluso nella fitta programmazione del Caffè Soho, un locale dove ogni martedì viene proposto il meglio della scena jazz milanese.

L’attento pubblico (composto prevalentemente da musicisti) ha affollato il piccolo locale di via Tertulliano per assistere ad un’esibizione intima, sentita e non amplificata per mezzo di microfoni, uno dei modi migliori per fruire questo genere di musica.

Trevor Watts Eternal Triangle

Nonostante la scaletta dei brani fosse molto simile a quella delle precedenti esibizioni, il gruppo non ha rinunciato ad aggiungere qualche novità, sia nella scelta del repertorio sia nell’esecuzione dello stesso. Particolarmente graffiante la performance di Trevor Watts, che soprattutto nella prima parte del concerto si è lanciato in lunghi ispirati assoli, anche ricorrendo alla respirazione circolare, una tecnica da lui sempre prediletta. Non meno intense sono state le prove di Veryan Weston alla tastiera Nord Stage 2 e Jamie Harris alle congas, sempre molto attenti a fornire innumerevoli spunti sui quali il sassofono di Watts si è librato per tutto il concerto.

Difficile classificare il genere musicale proposto dai tre, sia per l’inusuale strumentazione sia per lo stile esecutivo. I tempi dello Spontaneous Music Ensemble sono lontani e non si può più parlare di improvvisazione radicale come canone estetico abbracciato da Watts. Al contrario, tutti i brani nascono dalla penna del compositore e sassofonista originario dello Yorkshire, che ha allestito un repertorio specifico per questa formazione, nata in occasione del suo 80° compleanno.

I brani presentati durante il tour italiano sono già cambiati rispetto a quelli inclusi nei due dischi disponibili per ora sul mercato: Gravity pubblicato da Jazz Now, una costola dell’etichetta Jazz in Britain e Moving On, un live registrato in Olanda. Lo stesso Watts ci ha confessato di cambiare la scaletta ogni 2/3 mesi in modo da poter esplorare un repertorio sempre aggiornato.

Dopo aver raccolto una breve intervista e aver discusso possibili collaborazioni future, ci siamo lasciati con la promessa di rivederci in settembre, quando il gruppo tornerà nel nostro Paese per una nuova imperdibile serie di concerti. Tutte le proposte di collaborazione saranno inoltrabili al percussionista e Road Manager Jamie Harris (jamieafrodrums@gmail.com).

 

Foto Stefano Galvani

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