«Logbook». Intervista a Rosario Giuliani

Nuovo progetto e nuovo disco per il sassofonista e compositore romano. Di seguito un estratto della lunga conversazione che sarà prossimamente pubblicata sulla rivista Musica Jazz.

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Ciao Rosario, parliamo subito di «Logbook». Un live registrato al Sounds Jazz Club di Bruxelles. Una scelta particolare, evidentemente c’è un feeling particolare con il pubblico belga. Mi sbaglio?
Il Sounds, Bruxelles e il Belgio rappresentano l’inizio della mia carriera internazionale, ed è proprio li che tutto è cominciato. Nel 1997 partecipai con il mio quartetto, composto all’epoca da Pietro Lussu, Joseph Lepore e Lorenzo Tucci al Europe Jazz Contest proprio in Belgio. Vincemmo come miglior gruppo e io vinsi come miglior solista del Contest. Tutto questo ci permise di fare un piccolo tour in Belgio e di fare un concerto al festival Jazz di Bilbao in Spagna. Grazie a questo cominciai a collaborare con musicisti belgi come Mimì Verderame, fantastico batterista e chitarrista italo-belga,  Eric Legnini formidabile pianista, Daniel Romeo incredibile bassista elettrico, lo storico chitarrista Philippe Catherine, e molti altri.  Arrivò quindi il primo ingaggio nello storico Sounds di Bruxelles, gestito in quel periodo da Sergio e Rosy due italiani, diventati  successivamente miei grandi amici,  che sono riusciti a far diventare il club un luogo di riferimento per il jazz per più trent’anni.

E il titolo, invece, come e perché «Logbook»?
Il titolo rappresenta un diario di bordo, un racconto. In quel club ci sono storie di musica e di vita vissuta, gioventù e spensieratezza, quindi tornare a suonarci voleva dire riprovare le stesse emozioni ma a distanza di tanti anni, suonando magari anche gli stessi brani con la consapevolezza però di essere un musicista diverso. Il Belgio è stato anche il filtro per arrivare in Francia, incontrare Francis Dreyfus e firmare il contratto con la Dreyfus jazz nel 2000 , con la quale ho poi realizzato sei album.

Invece, parlando della scaletta, come e perché hai deciso per questi brani?
Volevo che questa registrazione rappresentasse un vero e proprio percorso che attingesse a brani del passato e brani inediti, ma soprattutto che tutto il quartetto contribuisse alla realizzazione del progetto mettendo quindi la propria firma anche nelle composizioni. La scelta non è stata facile, nei due concerti abbiamo eseguito molti brani e quello che c’è nel cd è il meglio di tutto cio’ che è stato eseguito. In totale sette tracce di cui cinque composte da me, Backing Home, Interference, London By Night un vecchio blues scritto più di vent’anni fa e la seconda e terza parte di una suite che ho riproposto varie volte nel corso degli anni, un brano di Dario Deidda MMKK dedicato a Mulgrew Miller e Kenny Kirkland, un brano di Pietro Lussu dal titolo West End Dance (nel cd è scritto West And Dance ma è stato un mio errore nel fare copia e incolla, mi assumo tutte le responsabilità e mi scuso pubblicamente con Pietro).

Ci parleresti del tuo quartetto impegnato in questo disco?
Sono musicisti che conosco molto bene con cui collaboro da molti anni singolarmente. Parto dal batterista, Sasha Mashin,  che viene dalla Russia e che ho appunto conosciuto durante un tour a Mosca dove mi chiese di suonare nel suo album d’esordio «Outsidethebox» e successivamente in «Happy Synapse». Queste registrazioni ci hanno permesso di iniziare una bella collaborazione fatta di tanti concerti proprio in Russia fino al suo trasferimento in Italia nel febbraio 2022. Dario Deidda è probabilmente quello che conosco da più tempo, i nostri primi concerti insieme risalgono agli inizi degli anni Novanta, un musicista immenso che tutto il mondo ci invidia, un bassista geniale veramente una fortuna poterci suonare insieme. Pietro Lussu dei tre è invece quello con cui ho suonato di più, ci sono tantissime registrazioni che segnano la nostra lunga collaborazione. Un musicista con un suono unico e pianista con una sensibilità fuori dal comune ed è probabilmente il pianista che più mi conosce.

Quali sono i tuoi prossimi obiettivi e impegni?
Probabilmente quanto pubblicherete questa intervista sarò in Giappone per un tour di 3 settimane in compagnia del pianista svedese Jan Lundgren. Il 14 Giugno «Logbook» uscirà ufficialmente e continuando a parlare di progetti discografici in ottobre uscirà, per l’etichetta Jazz Eleven, un bellissimo album registrato a Parigi in duo con il pianista Giovanni Mirabassi dal titolo «Live And Kicking» . Il 30 e 31 Luglio presenterò a Jazz & Image al Colosseo un nuovo progetto con il mio quartetto dal titolo Brassing che vedrà la presenza di cinque brass (2 trombe, 1 trombone, 1 corno e basso tuba) e gli arrangiamenti di Mario Corvini su una selezione di alcune mie composizioni. Naturalmente non mancheranno concerti in giro per l’Europa da qui alla fine dell’anno. Vorrei chiudere con un augurio e un ringraziamento a tutte quelle persone che continuano a sostenere la mia musica, sperando che questo nuovo album possa restituire, attraverso le note, le tante emozioni provate durante i concerti al Sounds di Bruxelles.
Alceste Ayroldi

*Le foto sono state fornite dall’ufficio stampa dell’artista

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