Il talento e il fascino di Ilaria Pilar Patassini sono le qualità indiscusse che potremo ammirare in concerto alla Casa Del Jazz di Roma lunedì 21 ottobre: l’occasione è perfetta per presentare il nuovo lavoro nell’ambito della bella rassegna “Una Striscia di Terra feconda”. Con lei il bravissimo chitarrista Federico Ferrandina.
Scopriamo con la protagonista ogni sfumatura di questa nuova esperienza.
Néfesh è parola anche onomatopeica, volendo: significa soffio, respiro, desiderio: però l’accezione che ha scelto tu è proprio quest’ultima. Cosa hai deciso di raccontarci attraverso questo pensiero?
Néfesh è una parola che avevo in testa da molto tempo, risale a una lezione che fece un mio professore quando andavo al liceo. Ci disse, concludendo, che l’essere umano è desiderio. Ci stavo ripensando qualche mese fa, in correlazione al tanto – troppo – che sta succedendo intorno a noi, alla rivoluzione tecnologica che depaupera l’attesa, che isola, distrae, non dà tempo di formulare una proiezione che è già tutto lì, a portata di mano. A me pare che nel mondo sia in atto un processo di disumanizzazione a livello globale, con Federico volevamo dunque restituire l’urgenza che sentivamo entrambi nel ridare centralità al tema del desiderio, al soffio vitale, creativo, di spinta alla vita, alla curiosità. Tornare a ricordarci di essere néfesh.
Sul comunicato stampa viene descritto come un lavoro “tra scrittura e improvvisazione” e la cosa mi incuriosisce parecchio…
Per questo concerto ho avuto una generosa carta bianca da parte del direttore artistico Paolo Damiani, sulle prime pensavo di realizzare una scaletta con delle canzoni già in repertorio, o realizzare un lavoro interamente da interprete. Invece alla fine sono arrivate delle canzoni nuove e anche dei brani strumentali, dove la voce si fa strumento. Succede anche che due giorni fa su una delle melodie arrivino per forza delle parole e che diventi un’altra canzone. Abbiamo scelto poi dei contributi (da Vasquez Montalban a Ghiannis Ritsos) per alcune letture, in alcuni la chitarra interagirà con me, realizzando una sorta di spoken word. Insomma, siamo partiti da una scelta semplice ma l’argomento che volevamo solo sfiorare si è rivelato centrale e ci ha spinto a realizzare di fatto un nuovo progetto. Per questo ho parlato di un “debutto inaspettato”.

Musacchio _ Pasqualini _ Fucilla
Una striscia di terra feconda è una rassegna davvero peculiare, con una ricerca accurata di suoni belli: come avete strutturato questo concerto?
Il suono per me e Federico è sempre stato un elemento fondamentale – collaboriamo da più di dieci anni e ancora discutiamo spesso sulle virgole …- ma abbiamo optato per una scelta semplice e ingredienti da dosare con parsimonia, per rendere tutto più fluido e non gravare sui contenuti. Lui suonerà sia la chitarra classica che l’elettrica e su un paio di brani useremo delle programmazioni. Ma il senso di sicurezza del nostro duo sta proprio nella tanta esperienza e affiatamento, e del resto se una canzone funziona lo fa già così, voce e chitarra. A noi il desiderio di fare questo non manca mai, anche proprio il fare leva sull’unità del nostro colore per attraversare, fluidamente – così come faremo alla Casa del Jazz – il jazz, la canzone d’autore, il pop, la musica da camera. Subito dopo il concerto di Roma voleremo in Canada dove ci aspettano alcuni concerti legati al mio ultimo album “Terra senza Terra”, con una prima data alla Koerner Hall di Toronto, prestigioso e straordinario luogo di musica.
Lorenza Cattadori