Kronos Quartet «Folk Songs» Nonesuch, distr. Warner
Una bella carrellata di voci, per lo più al femminile, con significativi spunti di continuità e discontinuità, è quanto ci offre questo gruppo di cd: gli archi e le corde in generale su cui le voci si posano rappresentano il principale elemento di continuità, il ricorso a materiale originale e non, tradizionale o più contemporaneo, scrittura e improvvisazione, le maggiori dicotomie. Ma procediamo con ordine.
Il cd del Kronos Quartet ci dice fin dal titolo, «Folk Songs», quale ne sia il terreno (Berio non c’entra): temi tradizionali riarrangiati (sette), più uno strumentale e una ninna nanna conclusiva (Lullaby, appunto) a firma di quella Rhiannon Giddens che, con Sam Amidon (anche alla chitarra), Olivia Chaney (anche armonium e percussioni) e Natalie Merchant, costituisce la costola vocale dell’album. Che si sviluppa nel segno di una perfetta geometricità: quattro brani cantati (uno per ogni voce), lo strumentale, altri quattro cantati. Il risultato è notevole, specie grazie alle tre signore, di estrema eleganza, buon gusto e non ovvietà, ora più vivace, ora quasi rarefatto. Un gioiellino.

Kusimanten «Bleib ein Mensch», Leo Records
Voce e archi (viola e cello, più contrabbasso in un brano) anche in «Bleib ein Mensch» del trio tedesco tutto al femminile Kusimanten, con i rapporti fra temi originali e di tradizione ribaltati: quasi tutto proviene dalla penna della cantante del trio, Tamara Lukasheva, ucraina di nascita, con tre soli brani (su dodici) di area popolare. Ne vien fuori un album prezioso e insieme accogliente, fluido, rigoglioso, ottimamente compenetrato tra archi e voce.

Chiara Papa «(Donne)» Dodicilune/Fonosfere, distr. IRD
Sempre a corde (chitarra, ukulele, dulcimer), ma totalmente solitario, e col recupero integrale di materiale tradizionale (sefardita, russo, arbëresh, cioè italo-albanese, argentino, messicano e catalano), «(Donne)» della brindisina Chiara Papa, vocalista e strumentista raffinata ed evocativa, è lavoro di grande fascino e rigore, in possesso di un sound globale veramente ammaliante.

Lucio Villani «Nightbreed – Blue Tales» Felmay, distr. Egea
Una gemma, insomma, come anche, pur con un minimo di ripetitività che un po’ lo appesantisce sul finale, l’altro cd in solo (pur con l’armonica di Marco Pandolfi ospite qua e là), «Nightbreed» del contrabbassista-cantante (nonché, come Lucho, disegnatore: sua la copertina, favolistica come nella maggior parte dei cd qui trattati) Lucio Villani. Repertorio anche qui per lo più altrui (tre su tredici i brani di Villani), ancora fra tradizione (due) e autori più recenti (da Tom Waits, tre pezzi fra cui Time, a Neil Young, Pete Seeger, ecc.). Magnetico il suono del basso, ben impostata la voce di impronta blues, per un album fascinoso e coeso.

NicoNote «Emotional Cabaret» Doc Live, distr. Audioglobe
Voce e contrabbasso soli chiudono anche, sulle note di Round Midnight, il cd di NicoNote (Nicoletta Magalotti, riminese con sangue austriaco), per il resto pieno di ogni ben di dio: elettricità, elettronica ed effettistica varia, pezzi per lo più originali con testi in italiano, tedesco, inglese e francese, cantati e anche detti. Album poco descrivibile, da ascoltare e basta.

Franziska & Christopher Baumann «Interzones I» Leo, distr. IRD
Sperimentale, anche, come, su un registro diverso ma neppure così tanto, «Interzones I» dei due Baumann, Franziska, cantante svizzera (qui anche all’elettronica), e Christoph, pianista tedesco. I due sguazzano nell’improvvisazione (ma due dei dieci brani non sono loro), secondo gli usi di casa Leo, ma lo fanno con felice senso della forma, sani appetiti creativi, buona inventiva e gusto per la trovata, senza eccessi. Nessuna sovraincisione, ci tengono a precisare.
Bazzurro
[da Musica Jazz, ottobre 2017]