«THIS IS THE DAY» GIOVANNI GUIDI TRIO

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GIOVANNI GUIDI TRIO

«This Is the Day»

Ecm, distr. Ducale

Giovanni Guidi (p.), Thomas Morgan (cb.), João Lobo (batt.)

Lugano, aprile 2014.

È un pianista che ama i silenzi e le pause, Guidi. Un musicista che fa respirare corpo e anima prima di emettere suono. Un po’ come il sommo canadese Paul Bley, non a caso tra i suoi punti di riferimento. Questo secondo lavoro per l’etichetta di Manfred Eicher del jazzista di Foligno, a quasi tre anni di distanza dal precedente «City of Broken Dreams», costituisce un deciso passo avanti nel delineare le coordinate dell’arte del trio secondo Giovanni. Con i fedeli compagni d’avventura – lo statunitense Thomas Morgan e il portoghese João Lobo –, il leader firma gran parte delle composizioni in scaletta (salvo una coppia di standard e l’eterea Baiiia, scritta dal batterista) e si muove alla ricerca dell’idea platonica di melodia. Dall’iniziale Trilly, con citazione in sottotraccia della Rhapsody in Blue di Gershwin, alla conclusiva The Night It Rained Forever, l’album si sviluppa nel segno di un lirismo appena trattenuto. E tuttavia, a ben vedere, non si esaurisce in esso. Al romanticismo che emerge di primo acchito Guidi affianca infatti una vena di melanconia, screziata qua e là da un sottile sentimento di inquietudine. Emblematica in questo senso la cover di Quizás quizás quizás, classico del cubano Osvaldo Farres, ripresa in chiave slow motion edeprivata di qualsiasi scoria folclorica. Un disco da ascoltare, riascoltare e meditare.

Ivo Franchi