«Love Bullet». Timo Lassy

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Love Bullet» è l’ultimo lavoro discografico del sassofonista finlandese Timo Lassy. Ne parliamo con lui.

Ci parlerebbe del suo nuovo lavoro «Love Bullet»?

E’ il mio quarto lavoro in studio e il primo con la casa discografica Membran. Tutte le canzoni, fatta eccezione per Intro And Outro, sono mie composizioni. Alla mia band storica, si sono aggiunti due ospiti speciali su alcuni brani. Questo lavoro è molto più personale rispetto al precedente.

E’ un disco da ballare, anche nei ritmi più lenti, dall’inizio alla fine. Era la sua idea iniziale o una semplice coincidenza?

E’ splendido che sia ballabile, ma non era mia intenzione scrivere musica per ballare. Penso che il modo in cui il mio gruppo abbia suonato è danzabile: sono tutti ragazzi che hanno uno stupefacente senso ritmico.

Dopo tutto, il jazz era musica che faceva ballare. In realtà, oggigiorno questa pratica si è perduta. Lei, cosa ne pensa in proposito?

Per me il ritmo è presente ovunque: in cucina, in barca, quando guido la mia bicicletta, ovunque. Ogni musicista conosce la propria strada. Se il ritmo fa parte di me e per altri musicisti non è così, semplicemente penso che ci sia più spazio per me.

Il suono del suo album e anche del suo sassofono è piacevolmente old style. E’ così che si sente anche lei?

Ho un grande rispetto per la tradizione e la storia, ma non mi sento «vecchio stile», anzi cerco sempre di guardare avanti. Sempre.

Chi sono i compositori che ispirano la sua musica?

Ci sono formidabili scrittori di canzoni sia nel jazz che nella popular music, ma che non sono compositori. Direi Duke Ellington e Stevie Wonder.

La sua musica, il suo suono è differente rispetto al jazz scandinavo. Chi sono i suoi musicisti preferiti e, in particolare, scandinavi?

Dunque, per quanto riguarda i compositori potrei elencare molti grandi della storia del jazz. Ma preferisco dividerli in tre sezioni: 1) i musicisti della mia band; 2) ogni musicista che è onesto ed è uno spirito buono; 3) Magnus Lindgren e Ero Koivistoinen, entrambi per alcuni differenti motivi.

A proposito dei musicisti del suo gruppo, perché ha voluto scegliere proprio loro?

Sono ragazzi con cui collaboro da lungo tempo e li conosco fin dai tempi della frequentazione della Sibelius Academy. Teppo Mäkynen è un batterista fuori dal comune, produttore e leader di alcuni combos. Il bassista Antti Lötjönen è uno dei più affidabili musicisti che ho avuto il piacere di conoscere. George Kontrafouris è di origine greca e di lui amo il suo modo così creativo di suonare. Da ultimo c’è Abdissa Assefa che suona le percussioni ed è un superbo ingegnere del suono e produttore. Sarei perduto senza questi splendidi signori. Loro mi hanno scelto e per questo sarò loro infinitamente grato con tutto il mio cuore.

A proposito del bel video del brano Love Bullet, qual è il suo ruolo?

Innanzitutto non ci sono io nel video! E’ un grande mistero… Un giovane uomo, una donna più anziana, sembra un amore segreto, ma vorrebbero farsi prendere. Bene, non c’è alcun mistero, ma il video lascia spazio all’immaginazione. Questo è il motivo per cui lo abbiamo fatto: la mia musica strumentale e il video sono i testi per la canzone.

Qual è il suo rapporto con l’amore? Pensa che, oggi, sia un sentimento condiviso nel mondo?

Non c’è mai abbastanza amore e qualche volta ci dimentichiamo di dirlo e dimostrarlo a chi amiamo, prima che sia troppo tardi. Bisogna dirlo con il cuore, non solo con una parola.

Qual è il suo rapporto con l’improvvisazione?

Penso che tutti dovrebbero pensare da improvvisatori. Forse dovrei dire che tutti hanno le capacità come un bambino; capacità che viene uccisa con il passare del tempo. E’ importante lasciare fiorire la creatività. Ho pensato a improvvisare molto e a mantenere alta la creatività nella sua freschezza e sincerità. Suonare lo stesso brano centinaia di volte (in studio, dal vivo, facendo pratica) e suonare un assolo è sempre una sfida. Questo solo dove i musicisti con cui suoni e il pubblico sono disponibili: entrambi contribuiscono in maniera significativa alle mie idee e alle mie improvvisazioni, alle idee che mi vengono in testa e al modo in cui si vanno a sviluppare.

 

Come è nata la collaborazione con Joyce E. Yuille?

Sono stato molto fortunato nell’incontrare Joyce. Ci ha presentati Luciano Cantone della Schema Records. Joyce si è unita al mio gruppo in Finlandia per alcuni concerti e, più tardi, abbiamo collaborato per il suo album da leader. E’ meraviglioso come due persone con delle esperienze musicali così differenti possano immediatamente iniziare a lavorare insieme. Parlo a nome personale, ma anche per la band lei è come se fosse nostra sorella.

 

Cosa l’ha spinta a suonare il sassofono?

Ho iniziato a suonare il pianoforte, che anche in seguito è diventato un importante strumento di lavoro, ma quando ero bambino era più importante per i miei genitori. Mio padre, comunque, suonava il clarinetto e alcuni sassofoni, così è stato facile per me provarne uno.

Cosa è scritto nell’agenda di Timo Lassy?

Sto lavorando su pochi progetti al momento. E’ sempre bene avere poche cose in cottura per poter fare qualcosa di buono. Nel frattempo, sto occupandomi della presentazione di «Love Bullet» in alcuni paesi. Questo è ciò che sto facendo al momento, ma vi è altro materiale per la band in lavorazione.

Alceste Ayroldi