Le donne che stanno cambiando il Jazz

Musica Jazz dedica un servizio alla sempre maggiore presenza femminile nel jazz contemporaneo

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Per la prima volta nei settant’anni di vita della rivista, Musica Jazz dedica integralmente un suo numero – quello di marzo 2014 – alle donne «che stanno cambiando il jazz», come indica con chiarezza lo strillo di copertina.

È un’iniziativa doverosa, alla quale pensavamo da tempo e che intende offrire una panoramica il più possibile ampia, seppure incompleta, dell’argomento (la presenza delle donne nel jazz è per fortuna ormai tale da richiedere, per trattarla a fondo, ben altro che le 100 pagine del mensile). Ci è comunque parso necessario iniziare a fare il punto della situazione, non già con l’intento di vedere tutto questo come un fenomeno di costume ma soltanto per far capire ai lettori e agli addetti ai lavori che negli ultimi anni il panorama della nostra musica è cambiato in maniera significativa e sta continuando imperterrito a mutare. E non è forse un caso che un enorme contributo a questa trasformazione stia arrivando dalle donne.

Per questo abbiamo raccolto le opinioni di quattordici tra le più note strumentiste italiane, alcune attive anche all’estero (Cristina Mazza, Carla Marciano, Aisha Ruggeri, Simona Premazzi, Debora Petrina, Alessandra Novaga, Francesca Petrolo, Marina Ciccarelli, Danielle Di Majo, Caterina Palazzi, Rosa Brunello, Eloisa Manera, Nicoletta Manzini, Silvia Bolognesi), cercando di presentare non solo i giovani talenti ma anche chi nel jazz vive e lavora da anni.

Allo stesso modo abbiamo intervistato personaggi da tempo ben noti a chi si occupa di jazz, in particolare due tra i nomi più importanti del jazz non soltanto italiano, come Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli; una brillantissima violoncellista come Anja Lechner, due eccellenti cantanti come la britannica Christine Tobin e l’albanese-svizzera Elina Duni.

E un’altra cantante, Cinzia Roncelli, è la protagonista del cd allegato alla rivista, un album inedito del quale è coprotagonista (nonché autore di tutti i brani) il grande bassista Steve Swallow.

Presentiamo poi una storica intervista alla fagottista e sassofonista Lindsay Cooper, prematuramente scomparsa lo scorso anno, firmata da uno dei maggiori nomi del giornalismo jazzistico internazionale, la grande Val Wilmer, che da questo numero inizia la sua collaborazione con Musica Jazz.

I lettori troveranno anche un bel ricordo di Nica de Koenigswarter, una donna che al jazz e a chi lo suona ha dedicato la vita pur senza mai prendere in mano uno strumento ma offrendo un sostegno spesso determinante a personaggi come Thelonious Monk, Barry Harris e cento altri ancora.

E non finisce qui: il numero contiene ulteriori approfondimenti sulla presenza femminile nel jazz e nelle musiche che gli ruotano attorno, dal blues e dallo Swing (Helen Humes) al folk rivisitato con una sensibilità contemporanea (Karin Mensah) passando per il rock e le sperimentazioni (Neneh Cherry).

Siamo lieti di offrire tutto questo ai nostri lettori, ricordando anche che mai come oggi, nella storia di Musica Jazz, così tante donne collaborano alla rivista sia come giornaliste sia come fotografe. E anche a loro, non soltanto alle musiciste, è dedicato il nostro numero di marzo.